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Buon divertimento...ci mancherete..affogheremo la vostra mancanza nell'alcool! . -
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Ho un mare di lavoro arretrato da svolgere
Il resoconto lo farò nei prossimi giorni.
Per adesso dico solo GRAZIE PAOLO per la splendida proposta, per l'organizzazione e per la piacevolissima compagnia.
Quattro giorni difficilmente dimenticabili.. -
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pirata69.
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CITAZIONE (Krypton67 @ 25/5/2010, 08:42)Ho un solo dubbio: mi porto la full o la front?
Io mi porterei la full, belli quei posti, peccato a saperlo prima, sarei venuto.
Pirata. -
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bello, aspetto la continuazione . -
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1^ 26.6 (Bolzano Vigo di Fassa in autobus)
Itinerario:
Vigo di Fassa - Campitello di Fassa (1448) atttraverso stradina sterrata che corre parallela alla strada asfaltata – Arrivati a Campitello ci si dirige, sempre su asfalto verso loc Pian. Attaraverso la Val Duron si arriva prima al rif Micheluzzi , quindi al rifugio Rif Alpe di Tires 2440 mt), attraverso la Val Duron. (532-533). dislivello 1000 mt circa Km 15 Il percorso è caratterizzata da un forte dislivello, concentrato in poco più di 10 Km, comunque pedalabile, anche se diverse rampe non lo sono, sia nella parte iniziale (prima del Micheluzzi,) sia nella parte finale .
Resoconto:
Arriviamo venerdì sera in stazione Tiburtina e, un pò a fatica, riusciamo a collocare le biciclette all'interno della cabina. A Bolzano già poco dopo dell'alba, vediamo la moltitudine di ciclisti che in questi giorni affolla queste zone per la varie iniziative ciclistiche. Da Bolzano, in autobus, raggiungiamo Vigo di Fassa ed iniziamo a pedalare. Dopo aver risolto un problemino alla catena, con l'ausilio di un meccanico, raggiungo Remo che nel frattempo si era avviato verso Campitello; dopo qualche tornante su asfalto ci rendiamo conto che sullo stesso tracciato da noi scelto si stava svolgendo una gara : pedaleremo insieme ai corridori fino al Passo Duron . La salita è impegnativa, il dislivello di oggi concentrato in poca strada ma il tutto ripagato dalla bellezza dei panorami ed anche a dir la verità , da un'aria di festa che si respira incontrando i vari ciclisti a spasso, chi per gareggiare chi per fare semplicemente escursioni. . L'arrivo al Rif Alpe di Tires e la vista dei Denti di Terrarossa che dominano il panorama circostante, danno emozioni forti .
Al rifugio si respira una vera atmosfera di montagna tra corsisti del Cai di Vicenza in esercitazioni e programmi per l'indomani e altri escursionisti. Terminata la cena, ottima, prima delle 19,00, a piedi raggiungiamo la Forcella di Terrarossa da dove si domina l'alpe di Siusi, godendo di un panorama eccezionale. Qualche foto di rito e di nuovo al rifugio per il meritato riposo.
2^ 27.6
Dal Rifugio Alpe di Tires (o Dialer ) al Rif Firenze (2037)
Itinerario:
Rif Alpe di Tires (2440) direzione Dialer in discesa, si passa per Tirler, quindi in discesa si prosegue per Saltria (1680); da qui sentiero 30 con saliscendi, verso Monte Pana, Rifugio Comici (2153), (da qui con il sentiero più in alto si può attraversare la Città dei sassi ed al Passo Sella io invece sono sceso dal Comici verso Plan de Glabra Rif (1789 da dove ho proseguito per Selva di ValGardena (1563); si prosegue in direzione di Col Raiser alla volta del Rifugio Firenze. Anche questo seconda tratta presenta un dislivello notevole, abbastanza concenttrato nel tratto di Col Raiser soprattutto la parte finale verso rif Firenze che rimane poco pedalabile, ma comunque l'arrivo al Firenze merita.
dislivello 1300 circa Km 35
Resoconto:
Il percorso del secondo giorno, si sapeva, è abbastanza lungo ed impegnativo.
Anche oggi i panorami mozzafiato fanno passare la fatica in subordine
Per di più, arrivati al Comici, sbagliando sentiero ci teniamo sulla parte meno praticabile della Città dei Sassi, tanto che dopo aver percorso un tratto sollevando la bici, ricevo la telefonata di Remo che sta un po più avanti e mi avvisa che il sentiero più in alto è più percorribile. Torno quindi indietro ma decido di non arrivare a Passo Sella e dal Comici punto in discesa verso Plan de Glabra, anche perche temo un allungamento dei tempi per arrivare al Firenze. Mi avvio quindi in discesa verso Plan de Glabra ed ad un certo punto sento che la borsa laterale improvvisamente cade a terra: si sono rotti entrambi i supporti che la tengono sul portapacchi. Fortunamente ho portato diverse corde ed elastici per portapacchi e riesco quindi a legare la borsa sul portapacchi e a ripartire alla volta di Selva dove raggiungo Remo che aveva attraversato la Citta dei Sassi e che tenta di convincermi a prendere uno zaino, ma io preferisco continuare con con il bagaglio legato sul portapacchi. Sono circa le 17.00 e dopo aver contattato il gestore del Firenze ci incamminiamo per la solita pettatona finale della giornata. Ci rendiamo subito conto che il Col Raiser non scherza anche se, a giudicare dalla moltitudine di persone che incontriamo mentre scende deve trattarsi del “fuori porta” di Selva, dove in molti hanno trascorso la domenica. Il percorso è comunque molto bello , a tratti nel bosco e per molti tratti ci costringe a spingere la bici (bagagli inclusi !!). Arriviamo finalmente al Firenze che si presenta veramente molto accogliente ed anche qui ci sono gruppi di escursionisti dalla familiare parlata romanesca: scopriamo che sono di un dopolavoro aziendale .La serata, diversamente dal giorno prima non è affatto fredda e fuori si respira un aria fantastica, godendo della vista dei monti circostanti del Odle. Passeggiata, foto e quattro chiacchiere con altri ospiti e di corsa a dormire; d'altra parte oggi siamo arrivati abbastanza tardi al rifugio!!!
3^ 28.6
Dal Rif Firenze (o Selva, Baita Juac o Rif Sangon ) per il Col Raiser al Rif. Sasso Piatto
Dal rif. Firenze per il rif Daniel (2228) si raggiunge il rif Maistle (2285), salita con qualche ripida rampa; quindi si scende verso Curuna Hutte (2175); da qui, dapprima attraverso prati, si passa per un laghetto e poi con sterrata in discesa si raggiunge santa Cristina (1428). Da santa Cristina, su asfalto si va verso M.te Pana (1645) due o tre tornanti su asfalto molto ripido quindi, terminato l'asfalto, con il sentiero 30 , ben pedalabile, si ariva a quota 1830 e si prende il sentiero 531 (denominato 7 sui segnavia) fino alla Mga Zallinger, in posizione molto panoramica. Da Zallinger, l'ultimo tratto, verso il rifugio Sasso Piatto costringe a spingere la bici (si tratta di circa 250 mt di dislivello
Resoconto:
Partiamo, come sempre di buon mattino, dal Firenze e la giornata è ancor più splendida delle precedenti. Il percorso è pedalabile, ogni tanto presenta qualche bella rampona cementata, che percorriamo in estrema solitudine ( oggi è lunedì si incontra poca gente lungo i sentieri). Il punto più alto di oggi è il rifugio Maistle (mt 2285) da dove scendiamo ed incontriamo una graziosa baita Curuna dove, consultandoci con i gestori cambiamo itinerario, per arrivare a Santa Cristina. La variante consigliataci si presenta molto interessante, ci fa attraversare dapprima qualche prato e poi ci conduce, attraverso una comoda sterrata, a Santa Cristina. Breve pausa per un piccola colazione, quindi, su asfalto saliamo con qualche tremendo tornante verso M.ta Pana, da dove, abbandonato l'asfalto per lo sterrato con un bel sentiero arriviamo alla splendida Malga Zallinger, punto di partenza della “rampa” finale per il Rifugio sasso Piatto, scelto per il pernotto. Breve sosta di rito a Zallinger con vista spettacolare e ripartenza per il Sasso Piatto dove arriviamo bici a spinta. Anche qui l'atmosfera è tranquilla ed il rifugio molto frequentato. Dopo cena breve passeggiata e qualche foto nei dintorni del rifugio, tra cavalli al pascolo. La serata è fresca ed i colori veramente belli. Remo nel frattempo ha scambiato qualche impressione con dei ciclisti e ipotizziamo per l'indomani di variare il tratto iniziale del nostro percorso, senza riscendere a Zallinger ma tenendoci in quota sulla cresta di Siusi, Andiamo così a vedere l'attacco del sentiero e decidiamo che ne vale la pena.
4^ 29.6
Dal Rif Sasso Piatto a Siusi Bolzano
dal Rif. Sasso Piatto si percorre il sentiero 4 (cresta di Siusi), percorso pedalabile a mezza costa che svolgendosi sostanzialmente alla stessa quota, con qualche saliscendi ci porta a passo Duron (si incontrano diversi cancelli). Da Passo Durono si scende verso rif Dialer ( in smantellamanto) quindi verso Molignon , e poi su asfalto attraverso Santner, Compatch Siusi Bolzano
Km 34 disl 250 circa.
Resoconto:
Partiamo dal rifugio sasso Piatto, e sulla scorta delle inmpressioni avute cdagli altri ciclisti, ci incamminiamo sul sentiero che rimane in quota .
Si tratta della Cresta di Siusi che io avevo percorso l'hanno scorso ma in alcuni punti il tracciato è stato allargato ed è ben pedalabile anche se si incontra più di qualche cancello; il panorama è stupendo, si arriva così a P.ssa Duron da dove attraverso il rif Dialer si scende verso Molignon. Dopodiche su asfalto attraversiamo in discesa la verdeggiante Alpe di Siusi passando prima per Santer, ed arrivando al Compatch, molto frequentato anche in questa stagione. Assistiamo ad esercitazioni di alpini paracadutiscti che si lanciano nei prati vicini alla strada.
Dal Compatch sempre su asfalto scendiamo verso Siusi, in estrema tranquillità e totale assenza di traffico, quindi con la statale raggiungiamo Bolzano, incrociando e prendendo a circa 8 Km la splendida ciclabile.
Questa ultima giornata scorre sostanzialmente in discesa: dopo la bella cresta un liscio e non trafficato asfalto ci fa scendere in città in modo rapidissimo. Perdiamo circa 2000 di quota in pochissimo tempo !!! Notevole anche la bella ciclabile che incrociamo a Ponte d'Isarco e che corre parallela alla statale in direzione di Bolzano, tutta su sede propria ed abbellita da aiuole ed ornamento vari che la rendono veramente graziosa e piacevole da percorre. Qui una foratura rallenta leggermente la nostra marcia verso Bolzano e verso il negozio Sportler, che nel frattempo, ci eravamo prefissati di visitare. Arriviamo comunque in tempo utile per far visita al mitico sporteler , dove gentilmente ci fanno addirittura parcheggiare le nostre bici all'interno del negozio, per consentirci una bella visita a tutti i meravigliosi reparti. Dopodichè lasciando le bici in custodia, facciamo quattro passi e ci concediamo uno spuntino in attesa del treno del rientro. Giunti in stazione, dopo aver smontato e riposto le bici nelle sacche, ci rendiamo conto che dopo le salite, in mtb, la cosa più difficile è viaggiare sui treni ad alta velocità !!!!!
In conclusione posso dire di essere molto contento di aver fatto questo giro, che avevo in mente da diverso tempo; i tracciati, studiati a tavolino ed in parte già percorsi a piedi si sono dimostrati in effetti per quello che avevo ipotizzato, sia nella bellezza dei panorami che per la difficoltà. Ogni tratto ha regalato emozioni e paesaggi d'incanto sicuramente compensando la fatica. Sia la Val Duron, teatro delle prime battute, in compagnia di molti ciclisti, che l'Alpe di Siusi sono zone veramente d'incanto ed è un piacere percorrerle ammirando la maestosità delle cime, dal Sasso Piatto al Sasso Lungo, allo Sciliar, come il Gruppo del Sella. Molto bella, e sconosciuta a me sinora, la parte del del Col Raiser (Odle).
Un'esperienza unica ed un grazie a Remo per la compagnia e la collaborazione.
Foto:
http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/Ca...feat=directlink
http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/Al...feat=directlink
http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/Ri...feat=directlink
http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/20...feat=directlink
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Ciao Paolo, guardavo le foto....
Belle ma... disabilita la scrittura della data sull'immagine (nun se po' guardà...), sostanzialmente per due motivi: A) è brutta (detto da fotografo...) e B) non serve, perché tutte le informazioni sulla ripresa, nel formato JPEG, vengono scritte all'interno del file e possono essere richiamate, p.e. da Picasa, cliccando "tasto dx"+"Proprietà".. -
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Splendido resoconto e splendide foto! CITAZIONE (Krypton67 @ 21/7/2010, 16:49)Ritirate le bici, sulla banchina della stazione le smontiamo e le infiliamo nelle apposite sacche, ma una volta a Verona scopriamo che sui treni dell'alta velocitá non c'é nessun posto dove riporre il nostro materiale
L'unico posto in cui piazzare le bici insaccate senza dare ingombro è di fianco ai sedili singoli alle estremità dei vagoni:
Sedili che, però, NON SONO PRENOTABILI! (in fondo è questo il bello di vivere in Italia...non funziona niente, dalle cose più complesse a quelle più sceme...). -
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Grazie Marco.
Per quanto riguarda il come trasportare le bici, noi abbiamo occupato proprio quel posto lí con le 2 bici insaccate. Per fortuna che a Bologna e a Firenze le 2 gentili donzelle a cui avevano assegnato quel posto hanno accettato lo scambio con i nostri altrimenti non so come avremmo potuto trasportare le nostre sacche visto che nello spazio riservato ai bagagli a malapena c'entra una valigia di taglia piccola!
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.CITAZIONE (Marcopie @ 28/7/2010, 11:12)Sedili che, però, NON SONO PRENOTABILI!
Basta chiedere del posto FINESTRINO ISOLATO!!. -
.CITAZIONE (UMBY61 @ 28/7/2010, 11:56)Basta chiedere del posto FINESTRINO ISOLATO!!
La prossima volta ci proverò.... -
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CITAZIONE (Marcopie @ 28/7/2010, 13:41)CITAZIONE (UMBY61 @ 28/7/2010, 11:56)Basta chiedere del posto FINESTRINO ISOLATO!!
La prossima volta ci proverò...
Se ce lo avessero detto prima!.