25-29 Giugno - Dolomiti...

Traversata dalla Val di Fassa all'Alpe di Siusi

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    Ciclista ossianico

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    Buon divertimento...ci mancherete..affogheremo la vostra mancanza nell'alcool! image
     
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    Ho un mare di lavoro arretrato da svolgere :cry: :wacko: :sick:
    Il resoconto lo farò nei prossimi giorni.
    Per adesso dico solo GRAZIE PAOLO per la splendida proposta, per l'organizzazione e per la piacevolissima compagnia.

    Quattro giorni difficilmente dimenticabili. :D :D :D :D :D :D :D :D :D
     
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    Report 1st Day: Vigo-Campitello-Val Duron-Passo Duron-Rifugio Alpe di Tires
    22km, 1100 m di dislivello di cui 1000 in 11 km.
    Alla fine, dopo molti ripensamenti, dopo molte adesioni e rinunce, dopo molte informazioni date e ricevute, siamo rimasti in due. Io e Paolo stipati dentro un vagone letto e con le bici e tutto il materiale necessario ad affrontare questi quattro giorni.
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    Paolo nella cuccetta sopra la mia dorme, io come al solito non ci riesco e conto le ore e i minuti che ci separano dall'arrivo. Alla Stazione Tiburtina (in rifacimento) ho smontato la mia bici e l'ho messa nella sacca, mentre Paolo ha preferito caricarla intera. Quelle poche volte che riesco ad appisolarmi sogno che ho lasciato sulla banchina una ruota o uno sgancio rapido. Mi sveglio sempre con una strana sensazione. Per fortuna all'arrivo é tutto in ordine, rimonto la bici giá sul treno e non manca nulla. Riavvolgo la sacca e la sistemo dietro lo zaino. Al bar della stazione ci concediamo una prima colazione, c'é anche Sandro che va a fare il Sella Ronda domenica e ha viaggiato in treno come noi. Non ci rendiamo conto che siamo in ritardo per l'autobus che ci porterá a Vigo, Sandro scappa e ce la fa. Io e Paolo dobbiamo prima depositare le sacche bici al deposito degli autobus di Bolzano. L'autobus successivo é tra un'ora, Paolo che sente degli strani scricchiolii al suo cambio si mette alla ricerca di un'officina. Io attendo al piazzale degli autobus. Purtoppo l'officina che ha trovato apre solo alle 10. Noi alle 9:35 partiamo, ma per far entrare la bici di Paolo nell'autobus dobbiamo smontare la ruota anteriore. Finalmente arriviamo a Vigo di Fassa,
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    mentre Paolo da un'ultima sistemata al suo bagaglio io vado a riempirmi la borraccia di acqua freschissima. Ci avviamo, a Pozza di Fassa Paolo scopre un'officina che ripara bici e decide di far controllare il suo cambio, ci mettiamo d'accordo per trovarci a Campitello all'inizio della salita. A Campitello mi concedo una seconda abbondante colazione e mi compro un panino e un Ritter Sport, la salita si prefigura durissima ed é meglio non lasciarsi cogliere impreparati da fame o cali di zuccheri. Arriva Paolo che nel frattempo ha risolto il problema: una maglia della catena slabbrata. Inizia la salita su asfalto, ad un bivio dei tizi ci fermano, di lí passa il Sella Ronda Mountain Bike Hero: la gara piú massacrante d'Europa: il percorso lungo, quello che sale anche al Passo Duron, é di 82 km con 4200 metri di dislivello, il corto "appena" 55 km con 2600 metri di dislivello (Per la cronaca il vincitore del percorso lungo ha impiegato 4h e 46 minuti).
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    Quello che transita davanti a noi é un mostro su una front in carbonio montata top di gamma, apprendiamo che é il quindicesimo, ma nell'arco di 2 secondi é giá sparito. Ci fanno ripartire raccomandandoci di non intralciare gli atleti. Piú su sulle rampe micidiali che portano al Rifugio Micheluzzi, raggiungiamo e sorpassiamo un gruppo di ciclisti che hanno quasi tutti lo stesso tipo di bici e la maglietta sociale, parlano romano, sono di Pedalando (non l'associazione sportiva, ma il negozio) e vanno a fare il giro dello Sciliar.
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    Visto che é quasi ora di pranzo io e Paolo decidiamo di farci un panino e una birra al Micheluzzi. Quí incontriamo un biker di Padova che é giá stato su e ha visto passare i primi della gara. Ripartiamo, la bellissima Val Duron si apre davanti a noi, veniamo sorpassati da vari atleti, ma non ce ne frega nulla, noi siamo lí per altri scopi. All'altezza della Malga Dolcadaura incomincia un'altra salitona tosta sia per le pendenze, sia per il fondo. Gli stessi atleti in gara sono costretti al piede a terra e a spingere la bici per molti tratti. Paolo con la borsa laterale arranca, ma non si perde d'animo, io con lo zainone da 30 litri faccio meno fatica sia a pedalare che a spingere, ma di fronte a quelli in gara noi sembriamo 2 portatori indigeni dell'Himalaya. Mi fermo al Passo Duron a godermi il panorama e ad aspettare Paolo, consulto la cartina e vedo che non vale la pena scendere al Dialer per poi risalire verso il Passo di Tires, ma conviene aggirare il monte e ricollegarsi al sentiero rimanendo in quota. Paolo é d'accordo e proseguiamo. Dal Passo Duron al Rifugio Alpe di Tires ci sono circa 200 metri di dislivello da percorrere, quasi tutti impedalabili.
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    Quando arrivo al Rifugio, la prima cosa che faccio é scolarmi una bella birra gelata. Aspetto Paolo, prendiamo possesso della camerata, laviamo i panni e attendiamo che alle 18:00 in punto venga servita la cena. Dopo cena ci andiamo a fare una camminata fino alla forcella dei Denti di Terra Rossa scambiandoci opinioni e impressioni sul percorso giá fatto e quello ancora da fare, siamo stanchi e, nonostante gli schiamazzi di un gruppo del CAI di Vicenza e il russare sonoro di un nostro compagno di camerata (che non ero io), cadiamo in un sonno profondo e ristoratore.
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    Edited by Krypton67 - 28/7/2010, 11:44
     
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  4. pirata69
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    CITAZIONE (Krypton67 @ 25/5/2010, 08:42)
    Ho un solo dubbio: mi porto la full o la front? :unsure:

    Io mi porterei la full, belli quei posti, peccato a saperlo prima, sarei venuto.

    Pirata
     
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    bello, aspetto la continuazione :D
     
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    Report 2nd Day (The D Day): Rif. Alpe di Tires - Saltria - Rif. Comici - Rif Passo Sella - Selva di Val Gardena - Rif. Firenze.
    Ci alziamo abbastanza riposati, d'altronde eravamo a letto alle 10:30, dopo un'abbondante colazione ci apprestiamo a partire. La discesa iniziale fino a Saltria é una goduria,

    poi incomincia il bellissimo sentiero 30 per Monte Pana. Siamo quasi sempre nel bosco e incontriamo pochissime persone. Ad un cancello sulla nostra destra lasciamo il sentiero e prendiamo il 528 verso il Rifugio Comici, superato un'avvallamento sentiamo un botto e qualcosa che struscia, Paolo si ferma, le viti del portapacchi, sollecitate dal terreno, si sono allentate e sono uscite dalla loro sede. Frugando tra le sue varie scatolette Paolo riesce a trovare due viti identiche, le rimettiamo, risistemiamo il portapacchi, la borsa e il "tubo" ribelle e ripartiamo. La salita verso il Comici d'apprima lieve,

    si fa sempre piú impegnativa, si fa fatica anche a spingere la bici. A metá per fortuna c'é una agognata fontana che ci da refrigerio. Arrivo al bivio che porta a malga Cason e mi fermo a riprendere fiato. Seguendo le indicazioni che Paolo ha scaricato da un sito lasciamo il sentiero per il Comici e attacchiamo la salita finale che passa per la pista da sci (consigliato ma ugualmente impegnativo). Finalmente arriviamo al Comici,
    Rif Comici
    alla nostra sinistra si erge lo spettacolare massiccio del gruppo Sella, alla nostra destra il maestoso Sasso Lungo, decidiamo di fermarci per il pranzo, io riesumo il panino comprato il giorno prima a Campitello e per evitare effetti collaterali decido di sterilizzarlo con una buona birra, ci prendiamo anche il dolce e il caffé e siamo pronti per ripartire in direzione della Cittá dei Sassi e del Rifugio Passo Sella.
    Città dei Sassi
    Ignoro il consiglio di 2 tedeschi: "Zu grosse Steine!" mi dicono, e le indicazioni e seguo il sentiero principale, anche perché non vedo altri sentieri alternativi. Il sentiero sembra agevole e mi lancio in discesa verso il Rifugio Passo Sella, ma ovviamente i tedeschi hanno sempre ragione e mi ritrovo a spingere e soprattutto a portare la bici a spalle per tutta la Cittá dei Sassi. Qui incontro altri 2 bikers tedeschi che mi dicono che é quasi finita, ma che esiste un percorso alternativo che passa alla destra e che aggira la Cittá dei Sassi. Telefono a Paolo e gli consiglio finché é in tempo di tornare indietro e di trovare quest'ultima alternativa. Arrivo al Rif. Passo Sella, é un via vai di ciclisti su strada e non, oggi c'é il Sella Ronda Bike Day. Mi siedo ad un tavolo e decido che mi sono meritato un'altra bella birra. Sono circondato da decine di ciclisti di ogni nazionalitá. Richiamo Paolo, ha deciso di tagliare il percorso e di ricongiungersi con me a Plan de Glabra. Finisco la birra, mi faccio fare la foto di rito
    Rif Passo Sella
    e approfittando della strada chiusa al traffico automobilistico, e libero da freni inibitori a causa del mezzo litro di birra ingurgitato, mi fiondo giú per la discesa sorpassando numerosi ciclisti con bici da strada che mi guardano in cagnesco. A Plan de Glabra arrivo in un attimo, mi chiama Paolo, lungo la discesa su sterrato i sostegni della sua borsa laterale hanno ceduto e sta cercando un modo per rimediare e arrivare a valle. Gli dico che io proseguo per Selva e cerco un negozio di bici dove comprare uno zaino oppure dove trovare i supporti per la borsa. Paolo non ne vuol sapere di usare lo zaino, ma secondo me e vedendo anche dei bikers che facevano giri di piú giorni é la soluzione ideale per quel tipo di terreni. Sono le 17, la giornata non é ancora finita, ci aspettano le dure rampe che da Santa Cristina ci porteranno su al rifugio Firenze, la salita é dura ed interminabile, un escursionista a piedi vedendomi allo stremo delle forze arrancare su una salita ammazzagambe, per sostenermi mi urla: "sei un figo". Finalmente arrivo al Rifugio, sono le 6:45, mi sono fermato solamente a riempire la borraccia e a fare un paio di fotografie,

    le signore mi accolgono come se fossi un'eroe, mi danno subito la camera e mi invitano a fare una doccia calda. Ne approfitto anche per lavare i panni. Arriva Paolo, non vuole creare problemi e vuole prima cenare e poi lavarsi, ma le signore sono irremovibili, non c'é nessun problema e anche se la cena era prevista per le 19, noi iniziamo a mangiare alle 20 innaffiando il tutto con un bel litro di buonissimo vino rosso. La sala é piena di persone che parlano romanesco (anche quí!), sono del gruppo di escursionisti del dopolavoro ferroviario che stanno facendo escursioni sulle Odle. Alla fine della cena, mentre Paolo si concentra sulle sue cartine, io mi godo la partita dell'Argentina in compagnia di una bella birra, non rinuncio nemmeno alla proposta di una grappa della staffa, la stanchezza é tanta e durante la notte, l'unica non in camerata, schianteró il letto.
     
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    ciclista eclettico

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    1^ 26.6 (Bolzano Vigo di Fassa in autobus)
    Itinerario:
    Vigo di Fassa - Campitello di Fassa (1448) atttraverso stradina sterrata che corre parallela alla strada asfaltata – Arrivati a Campitello ci si dirige, sempre su asfalto verso loc Pian. Attaraverso la Val Duron si arriva prima al rif Micheluzzi , quindi al rifugio Rif Alpe di Tires 2440 mt), attraverso la Val Duron. (532-533). dislivello 1000 mt circa Km 15 Il percorso è caratterizzata da un forte dislivello, concentrato in poco più di 10 Km, comunque pedalabile, anche se diverse rampe non lo sono, sia nella parte iniziale (prima del Micheluzzi,) sia nella parte finale .
    Resoconto:
    Arriviamo venerdì sera in stazione Tiburtina e, un pò a fatica, riusciamo a collocare le biciclette all'interno della cabina. A Bolzano già poco dopo dell'alba, vediamo la moltitudine di ciclisti che in questi giorni affolla queste zone per la varie iniziative ciclistiche. Da Bolzano, in autobus, raggiungiamo Vigo di Fassa ed iniziamo a pedalare. Dopo aver risolto un problemino alla catena, con l'ausilio di un meccanico, raggiungo Remo che nel frattempo si era avviato verso Campitello; dopo qualche tornante su asfalto ci rendiamo conto che sullo stesso tracciato da noi scelto si stava svolgendo una gara : pedaleremo insieme ai corridori fino al Passo Duron . La salita è impegnativa, il dislivello di oggi concentrato in poca strada ma il tutto ripagato dalla bellezza dei panorami ed anche a dir la verità , da un'aria di festa che si respira incontrando i vari ciclisti a spasso, chi per gareggiare chi per fare semplicemente escursioni. . L'arrivo al Rif Alpe di Tires e la vista dei Denti di Terrarossa che dominano il panorama circostante, danno emozioni forti .
    Al rifugio si respira una vera atmosfera di montagna tra corsisti del Cai di Vicenza in esercitazioni e programmi per l'indomani e altri escursionisti. Terminata la cena, ottima, prima delle 19,00, a piedi raggiungiamo la Forcella di Terrarossa da dove si domina l'alpe di Siusi, godendo di un panorama eccezionale. Qualche foto di rito e di nuovo al rifugio per il meritato riposo.


    2^ 27.6
    Dal Rifugio Alpe di Tires (o Dialer ) al Rif Firenze (2037)
    Itinerario:
    Rif Alpe di Tires (2440) direzione Dialer in discesa, si passa per Tirler, quindi in discesa si prosegue per Saltria (1680); da qui sentiero 30 con saliscendi, verso Monte Pana, Rifugio Comici (2153), (da qui con il sentiero più in alto si può attraversare la Città dei sassi ed al Passo Sella io invece sono sceso dal Comici verso Plan de Glabra Rif (1789 da dove ho proseguito per Selva di ValGardena (1563); si prosegue in direzione di Col Raiser alla volta del Rifugio Firenze. Anche questo seconda tratta presenta un dislivello notevole, abbastanza concenttrato nel tratto di Col Raiser soprattutto la parte finale verso rif Firenze che rimane poco pedalabile, ma comunque l'arrivo al Firenze merita.
    dislivello 1300 circa Km 35

    Resoconto:
    Il percorso del secondo giorno, si sapeva, è abbastanza lungo ed impegnativo.
    Anche oggi i panorami mozzafiato fanno passare la fatica in subordine
    Per di più, arrivati al Comici, sbagliando sentiero ci teniamo sulla parte meno praticabile della Città dei Sassi, tanto che dopo aver percorso un tratto sollevando la bici, ricevo la telefonata di Remo che sta un po più avanti e mi avvisa che il sentiero più in alto è più percorribile. Torno quindi indietro ma decido di non arrivare a Passo Sella e dal Comici punto in discesa verso Plan de Glabra, anche perche temo un allungamento dei tempi per arrivare al Firenze. Mi avvio quindi in discesa verso Plan de Glabra ed ad un certo punto sento che la borsa laterale improvvisamente cade a terra: si sono rotti entrambi i supporti che la tengono sul portapacchi. Fortunamente ho portato diverse corde ed elastici per portapacchi e riesco quindi a legare la borsa sul portapacchi e a ripartire alla volta di Selva dove raggiungo Remo che aveva attraversato la Citta dei Sassi e che tenta di convincermi a prendere uno zaino, ma io preferisco continuare con con il bagaglio legato sul portapacchi. Sono circa le 17.00 e dopo aver contattato il gestore del Firenze ci incamminiamo per la solita pettatona finale della giornata. Ci rendiamo subito conto che il Col Raiser non scherza anche se, a giudicare dalla moltitudine di persone che incontriamo mentre scende deve trattarsi del “fuori porta” di Selva, dove in molti hanno trascorso la domenica. Il percorso è comunque molto bello , a tratti nel bosco e per molti tratti ci costringe a spingere la bici (bagagli inclusi !!). Arriviamo finalmente al Firenze che si presenta veramente molto accogliente ed anche qui ci sono gruppi di escursionisti dalla familiare parlata romanesca: scopriamo che sono di un dopolavoro aziendale .La serata, diversamente dal giorno prima non è affatto fredda e fuori si respira un aria fantastica, godendo della vista dei monti circostanti del Odle. Passeggiata, foto e quattro chiacchiere con altri ospiti e di corsa a dormire; d'altra parte oggi siamo arrivati abbastanza tardi al rifugio!!!

    3^ 28.6
    Dal Rif Firenze (o Selva, Baita Juac o Rif Sangon ) per il Col Raiser al Rif. Sasso Piatto

    Dal rif. Firenze per il rif Daniel (2228) si raggiunge il rif Maistle (2285), salita con qualche ripida rampa; quindi si scende verso Curuna Hutte (2175); da qui, dapprima attraverso prati, si passa per un laghetto e poi con sterrata in discesa si raggiunge santa Cristina (1428). Da santa Cristina, su asfalto si va verso M.te Pana (1645) due o tre tornanti su asfalto molto ripido quindi, terminato l'asfalto, con il sentiero 30 , ben pedalabile, si ariva a quota 1830 e si prende il sentiero 531 (denominato 7 sui segnavia) fino alla Mga Zallinger, in posizione molto panoramica. Da Zallinger, l'ultimo tratto, verso il rifugio Sasso Piatto costringe a spingere la bici (si tratta di circa 250 mt di dislivello
    Resoconto:
    Partiamo, come sempre di buon mattino, dal Firenze e la giornata è ancor più splendida delle precedenti. Il percorso è pedalabile, ogni tanto presenta qualche bella rampona cementata, che percorriamo in estrema solitudine ( oggi è lunedì si incontra poca gente lungo i sentieri). Il punto più alto di oggi è il rifugio Maistle (mt 2285) da dove scendiamo ed incontriamo una graziosa baita Curuna dove, consultandoci con i gestori cambiamo itinerario, per arrivare a Santa Cristina. La variante consigliataci si presenta molto interessante, ci fa attraversare dapprima qualche prato e poi ci conduce, attraverso una comoda sterrata, a Santa Cristina. Breve pausa per un piccola colazione, quindi, su asfalto saliamo con qualche tremendo tornante verso M.ta Pana, da dove, abbandonato l'asfalto per lo sterrato con un bel sentiero arriviamo alla splendida Malga Zallinger, punto di partenza della “rampa” finale per il Rifugio sasso Piatto, scelto per il pernotto. Breve sosta di rito a Zallinger con vista spettacolare e ripartenza per il Sasso Piatto dove arriviamo bici a spinta. Anche qui l'atmosfera è tranquilla ed il rifugio molto frequentato. Dopo cena breve passeggiata e qualche foto nei dintorni del rifugio, tra cavalli al pascolo. La serata è fresca ed i colori veramente belli. Remo nel frattempo ha scambiato qualche impressione con dei ciclisti e ipotizziamo per l'indomani di variare il tratto iniziale del nostro percorso, senza riscendere a Zallinger ma tenendoci in quota sulla cresta di Siusi, Andiamo così a vedere l'attacco del sentiero e decidiamo che ne vale la pena.

    4^ 29.6
    Dal Rif Sasso Piatto a Siusi Bolzano
    dal Rif. Sasso Piatto si percorre il sentiero 4 (cresta di Siusi), percorso pedalabile a mezza costa che svolgendosi sostanzialmente alla stessa quota, con qualche saliscendi ci porta a passo Duron (si incontrano diversi cancelli). Da Passo Durono si scende verso rif Dialer ( in smantellamanto) quindi verso Molignon , e poi su asfalto attraverso Santner, Compatch Siusi Bolzano
    Km 34 disl 250 circa.

    Resoconto:
    Partiamo dal rifugio sasso Piatto, e sulla scorta delle inmpressioni avute cdagli altri ciclisti, ci incamminiamo sul sentiero che rimane in quota .
    Si tratta della Cresta di Siusi che io avevo percorso l'hanno scorso ma in alcuni punti il tracciato è stato allargato ed è ben pedalabile anche se si incontra più di qualche cancello; il panorama è stupendo, si arriva così a P.ssa Duron da dove attraverso il rif Dialer si scende verso Molignon. Dopodiche su asfalto attraversiamo in discesa la verdeggiante Alpe di Siusi passando prima per Santer, ed arrivando al Compatch, molto frequentato anche in questa stagione. Assistiamo ad esercitazioni di alpini paracadutiscti che si lanciano nei prati vicini alla strada.
    Dal Compatch sempre su asfalto scendiamo verso Siusi, in estrema tranquillità e totale assenza di traffico, quindi con la statale raggiungiamo Bolzano, incrociando e prendendo a circa 8 Km la splendida ciclabile.
    Questa ultima giornata scorre sostanzialmente in discesa: dopo la bella cresta un liscio e non trafficato asfalto ci fa scendere in città in modo rapidissimo. Perdiamo circa 2000 di quota in pochissimo tempo !!! Notevole anche la bella ciclabile che incrociamo a Ponte d'Isarco e che corre parallela alla statale in direzione di Bolzano, tutta su sede propria ed abbellita da aiuole ed ornamento vari che la rendono veramente graziosa e piacevole da percorre. Qui una foratura rallenta leggermente la nostra marcia verso Bolzano e verso il negozio Sportler, che nel frattempo, ci eravamo prefissati di visitare. Arriviamo comunque in tempo utile per far visita al mitico sporteler , dove gentilmente ci fanno addirittura parcheggiare le nostre bici all'interno del negozio, per consentirci una bella visita a tutti i meravigliosi reparti. Dopodichè lasciando le bici in custodia, facciamo quattro passi e ci concediamo uno spuntino in attesa del treno del rientro. Giunti in stazione, dopo aver smontato e riposto le bici nelle sacche, ci rendiamo conto che dopo le salite, in mtb, la cosa più difficile è viaggiare sui treni ad alta velocità !!!!!

    In conclusione posso dire di essere molto contento di aver fatto questo giro, che avevo in mente da diverso tempo; i tracciati, studiati a tavolino ed in parte già percorsi a piedi si sono dimostrati in effetti per quello che avevo ipotizzato, sia nella bellezza dei panorami che per la difficoltà. Ogni tratto ha regalato emozioni e paesaggi d'incanto sicuramente compensando la fatica. Sia la Val Duron, teatro delle prime battute, in compagnia di molti ciclisti, che l'Alpe di Siusi sono zone veramente d'incanto ed è un piacere percorrerle ammirando la maestosità delle cime, dal Sasso Piatto al Sasso Lungo, allo Sciliar, come il Gruppo del Sella. Molto bella, e sconosciuta a me sinora, la parte del del Col Raiser (Odle).
    Un'esperienza unica ed un grazie a Remo per la compagnia e la collaborazione.

    Foto:
    http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/Ca...feat=directlink

    http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/Al...feat=directlink

    http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/Ri...feat=directlink

    http://picasaweb.google.it/paoloAnt1966/20...feat=directlink


     
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    Ciao Paolo, guardavo le foto....
    Belle ma... disabilita la scrittura della data sull'immagine (nun se po' guardà...), sostanzialmente per due motivi: A) è brutta (detto da fotografo...) e B) non serve, perché tutte le informazioni sulla ripresa, nel formato JPEG, vengono scritte all'interno del file e possono essere richiamate, p.e. da Picasa, cliccando "tasto dx"+"Proprietà". :)
     
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    Report 3rd day (Never stop pushing): Rif. Firenze - Col Raiser - Rif. Maistle - Curuna Hutte - S. Cristina - Monte Pana - Rif. Zallinger - Rif. Sasso Piatto.
    La mattina in sala colazioni siamo ancora in compagnia del gruppo del dopoloavoro ferroviario che si appresta a partire, noi ce la prendiamo con calma. Sistemate le borse (Paolo) e lo Zaino (io) partiamo alla volta del Col Raiser, il percorso all'inizio é bellissimo, davanti a noi si apre tutto il massiccio delle Odle da un lato
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    e oltre la valle riusciamo anche a vedere la nostra meta di oggi, appena sotto il Sasso Piatto
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    Il paesaggio é un incanto, per strada non c'é nessuno, tanto verde e il rumore dei ruscelli
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    La salita al contrario presenta lunghi tratti cementati che hanno una pendenza di oltre il 20%. É ancora mattina presto e giá ci siamo fatti un po' di pezzi a spinta. Dopo il Maistle al bivio che porta al Seceda prendiamo per la ripidissima discesa che va verso Ortisei, facciamo fatica a tenere le bici e i freni sono costretti ad un surplus di lavoro.
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    A Curuna Hutte ci fermiamo a parlare con i gestori, la figlia che sembra una esperta ci sconsiglia di proseguire verso Ortisei e ci consiglia di piegare a sinistra per il sentiero n. 2 che ci porta ad un laghetto e poi alla camionabile che va a S. Cristina.
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    Ci fidiamo, effettivamente il percorso é molto vario e divertente. Degli escursionisti tedeschi ci fermano per chiederci consigli (a noi!). Consultando la cartina, gli rispondo in tedesco, Paolo che aveva temuto l'incidente diplomatico tira un sospiro di sollievo e mi propone di fare domanda per l'ATP del luogo. Ci godiamo la discesa fino a Santa Cristina. Uno sguardo rapido alla cartina e decidiamo che se vogliamo uscire vivi dalla salita che porta a Monte Pana dobbiamo mettere benzina nel nostro motore. Ci sbafiamo una generosa porzione di strudel, riempiamo le borracce e attacchiamo la salita, un cartello ci avverte che la pendenza media é del 16%. I rintocchi del campanile del paese ci comunicano che é mezzogiorno, la strada é ancora lunga. Finalmente, dopo alcuni tornanti arriviamo all'imbocco del sentiero 30 verso Saltria. Attraversiamo il bosco in men che non si dica e arriviamo al sentiero 531 per Zallinger. Dopo qualche chilometro abbastanza facile ricomincia la salita, ma fino allo Zallinger é tutto pedalabile. Al bivio ci rendiamo conto di quello che ci aspetta, decidiamo quindi di fare una bella sosta con pranzo ristoratore alla malga.
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    Dopo esserci rifocillati attacchiamo la salita, tranne pochi tratti in cui si riesce a pedalare per pochi metri ce la facciamo tutta a spinta.
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    Finalmente arriviamo al Rif. Sasso Piatto, mentre attendo Paolo individuo dei ciclisti che arrivano dalla direzione del Passo Duron. In tedesco mi dicono che a parte alcuni tratti il tragitto é tutto pedalabile.
    Il rifugio é pieno e la camerata con circa 30 persone é divisa in posti da 6 da pareti di compensato, altro che privacy. Comunque l'atmosfera é cordiale e al tavolo con noi ci sono padre e figlio di Colonia che si fanno un tratto dell'Alta Via a piedi dormendo per rifugi. I sei ciclisti teutonici invece il mattino dopo hanno in programma di farsi il Friedrich August e proseguire verso il Cadore :wacko:, alle mie domande circa i divieti alle MTB sui sentieri mi dicono che non ci sono problemi, almeno in questo periodo.
    Dopo cena con Paolo andiamo goderci il tramonto e ad esplorare l'attacco del sentiero per Passo Duron, decidiamo che é fattibile e dopo esserci fatti il bicchiere della staffa, stremati andiamo al letto.
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    Report 4rt day (The last one): Rif. Sasso Piatto - Passo Duron - Rif. Molignon - Kompatch - Siusi - Fié - Prato Isarco - Bolzano.
    La mattina mi sveglio prima dell'alba, c'é un silenzio irreale, mi vesto e scendo. Sono solo nella casa addormentata, mi affaccio dalla finestra della sala colazioni e realizzo che siamo immersi in una nuvola.
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    Fuori fa freddo, mi accomodo su uno sgabello e aspetto, piano piano la casa si sveglia e le cameriere incominciano a preparare la colazione. Qualche raggio di sole si infila nella spessa coltre di nubi e riesce a scaldare un po' l'aria. Facciamo un'abbondante colazione e ci prepariamo per l'ultima fatica della giornata. Fatta la foto di rito ci avviamo verso il passo Duron. Il sentiero tranne alcuni tratti di singletrack e, come dice Paolo, di singleshit é percorribile, se non fosse che per far passare la bici di Paolo dobbiamo farla strusciare al di sotto del filo spinato che delimita gli alpeggi.
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    Al passo Duron ci facciamo un autoscatto fintissimo
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    e ci fiondiamo in discesa. Dopo una breve salita verso il Molignon davanti a noi si apre la stupenda Alpe di Siusi con i contrafforti dello Sciliar a fare da sfondo.
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    Ci fermiamo ad ammirare una esercitazione di alpini paracadutisti e in un attimo arriviamo a Kompatch. Di comune accordo decidiamo che non vale la pena fare il giro lungo che passa per Bulla e puntiamo in picchiata su Bolzano attraversando Siusi e Fié allo Sciliar.
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    All'altezza di Prato Isarco incrociamo la splendida ciclabile che ci porta a Bolzano lungo il fiume. Una foratura di Paolo ci rallenta un po' ma arriviamo in cittá in men che non si dica. Quí facciamo la "mandrakata" del giorno. Una simpatica e disponibile commessa di Sportler ci fa parcheggiare le bici al sicuro vicino ai camerini. Ne approfittiamo per comprarci qualcosa al negozio, andare a visitare l'altro dedicato alla montagna e farci un giro per la cittá dove Paolo studia da vicino il futuro mezzo da impiegare per escursioni di piú giorni.
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    Ritirate le bici, sulla banchina della stazione le smontiamo e le infiliamo nelle apposite sacche, ma una volta a Verona scopriamo che sui treni dell'alta velocitá non c'é nessun posto dove riporre il nostro materiale e lo sistemiamo alla meglio approfittando anche della gentilezza di 2 donzelle che ci lasciano tenere le bici nel posto assegnato a loro.

    Grazie a Paolo per la proposta e per aver condiviso con me questa splendida avventura.
     
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    Splendido resoconto e splendide foto!

    CITAZIONE (Krypton67 @ 21/7/2010, 16:49)
    Ritirate le bici, sulla banchina della stazione le smontiamo e le infiliamo nelle apposite sacche, ma una volta a Verona scopriamo che sui treni dell'alta velocitá non c'é nessun posto dove riporre il nostro materiale

    L'unico posto in cui piazzare le bici insaccate senza dare ingombro è di fianco ai sedili singoli alle estremità dei vagoni:
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    Sedili che, però, NON SONO PRENOTABILI! (in fondo è questo il bello di vivere in Italia...non funziona niente, dalle cose più complesse a quelle più sceme...)
     
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    Grazie Marco.
    Per quanto riguarda il come trasportare le bici, noi abbiamo occupato proprio quel posto lí con le 2 bici insaccate. Per fortuna che a Bologna e a Firenze le 2 gentili donzelle a cui avevano assegnato quel posto hanno accettato lo scambio con i nostri altrimenti non so come avremmo potuto trasportare le nostre sacche visto che nello spazio riservato ai bagagli a malapena c'entra una valigia di taglia piccola!
     
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    CITAZIONE (Marcopie @ 28/7/2010, 11:12)
    Sedili che, però, NON SONO PRENOTABILI!

    Basta chiedere del posto FINESTRINO ISOLATO!!
     
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    CITAZIONE (UMBY61 @ 28/7/2010, 11:56)
    Basta chiedere del posto FINESTRINO ISOLATO!!

    La prossima volta ci proverò... ;)
     
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    Sono un ciclista completo, vado piano dappertutto!

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    CITAZIONE (Marcopie @ 28/7/2010, 13:41)
    CITAZIONE (UMBY61 @ 28/7/2010, 11:56)
    Basta chiedere del posto FINESTRINO ISOLATO!!

    La prossima volta ci proverò... ;)

    Se ce lo avessero detto prima! :angry: :angry: :angry:
     
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44 replies since 24/5/2010, 06:56   2208 views
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