Mammifero Bipede
- Group
- Founder
- Posts
- 13,033
- Location
- Quadraro
- Status
- Offline
|
|
Mari (pochi) e Monti (tanti), ovvero: perché non servono due sezioni (dato che le "passeggiate" si rivelano toste quanto i giri tosti).
La mia prima uscita come guida guidata (dal GPS) inizia con una "capotreno jam session" a base di "Ma quanti siete?" - "Non lo so" - "ma non c'è posto per le bici" - "Ce lo inventiamo", e prosegue con una scena delirante in cui, a Civitavecchia, per fare di corsa tiriamo giù dal treno tutte le bici salvo accorgerci che due non erano le nostre... accorgerci perché i proprietari scendono sulla banchina, le riprendono e se le rimettono sul treno, tra le nostre scuse e il capotreno di cui sopra (persona di squisita disponibilità) che sghignazza.
L'uscita da Civitavecchia avviene attraverso la zona industriale, speravo di vedere un po' di mare, ma stanno interrando una parte di porto per farci nuove strutture e non si vede nulla. Poco dopo siamo in mezzo alla campagna e comincia la piacevolezza.
Il gruppo (siamo in quindici, con maggioranza femminile) viaggia compattissimo ad un passo che non mi sento di far scendere, il tempo guadagnato potrà tornare utile più avanti. Attraversiamo l'Aurelia lasciandoci alle spalle campi e cominciando a viaggiare in mezzo ad altri campi, con colline a sx e i monti della Tolfa a dx. Il numero di automobili scende a zero, e tale resterà fino a Tarquinia. La cosa più bella di questo giro è proprio il senso di straniazione dato dall'assenza di automobili, le poche che incrociamo sembrano fuori posto, ed anche loro sembrano sentirsi tali.
L'asfalto lascia il passo ad un tratto di strada bianca in forte pendenza, superato il quale c'è altro asfalto che ci porta a Monte Romano. I pochi chilometri di strada bianca hanno il fondamentale potere di dirottare le automobili altrove, lasciandoci padroni di paesaggi spettacolari.
A Monte Romano arriviamo intorno alle 13.30, trovando la pizzeria chiusa. Ripieghiamo su un bar e ci concediamo una pausa pranzo particolarmente lunga in un'area "picnic".
La strada dopo Monte Romano è quella che ci regala gli scorci più belli. La strada bianca diventa pian piano una traccia di trattori in mezzo ai campi, per finire in una palude melmosa devastata dal passaggio dei trattori medesimi. La preoccupazione ci attanaglia, ma alla fine uscirne fuori è relativamente semplice, e nel giro di poche centinaia di metri riprendiamo a viaggiare allegramente. La parte finale del giro è uno stradone, prima bianco poi asfaltato, completamente deserto, che dopo aver costeggiato una caserma in disarmo ci porta praticamente sotto Tarquinia, ad un tiro di schioppo dalla stazione ed in tempo utile per il treno delle 18.26. L'ultimo tratto del percorso viene bypassato per fretta mia, ma Emmetonda e Sabgull che provano a percorrerlo lo trovano sbarrato da un cancello.
Riasaliamo aTarquinia sullo stesso treno che avevamo preso all'andata, ma stavolta la porta guasta in prossimità del vano bici rimane chiusa, ed il capotreno (penso un altro...) non si fa vivo per aprirci la porta di servizio, col risultato che dobbiamo far passare le bici attraverso l'intero vagone. A Civitavecchia sale un gruppo di boyscout con le bici provenienti dalla ferrovia dismessa, li riconosciamo dal colore del fango sui pantaloni (...e glielo diciamo).
In conclusione giornata pressoché perfetta. Forse un po' più faticosa del previsto a causa del terreno non proprio ottimale dell'ultima parte, bisognerà cercare un possibile percorso alternativo.
Menzione d'onore a Pina, Silvia e Gloria, che alla loro prima uscita falsamente "scampagnosa" hanno dimostrato una tenacia ed una capacità di affrontare terreni ostici con bici poco adatte decisamente impressionante. Non mi hanno neppure mai mandato a fare... (almeno a voce alta) 
Lascio la parola alle foto:
(cliccare sulla foto per avviare lo slideshow)
Edited by Marcopie - 29/3/2010, 10:03
|
|
.
.
Web